La maschera di Mary Poppins

Mary Poppins scende dal cielo con il suo ombrello magico in una Londra di inizio ‘900 presso l’abitazione della famiglia Banks, numero 17  Via dei Ciliegi. Così inizia uno dei film di maggior successo di Walt Disney, uscito nelle sale cinematografiche nel 1964. La storia ha tratti fiabeschi ed un lieto fine, come tutte le pellicole Disney. Quello che molti ignorano è però ciò che sta dietro a quel personaggio tanto amato da almeno tre generazioni: John Lee Hancock, regista del film “Saving Mr. Banks”, riesce a dare il giusto spazio alla vicenda interiore della signora Travers, alla costante insistenza di Walt Disney nel fare di Mary Poppins un’icona per grandi e piccini, ma soprattutto riesce ad emozionare lo spettatore scavando nei ricordi della scrittrice australiana e rendendo giustizia a una storia che non si manda giù solo con un po’ di zucchero, come la famosa pillola della canzonetta.

Una clip tratta dal film "Saving Mr. Banks".
Una clip tratta dal film “Saving Mr. Banks”.


Tom Hanks ed Emma Thompson vestono i panni dei due protagonisti della vicenda. Un Walt Disney di cui si nota più la pazienza e l’immagine che di sé voleva dare nella realtà, piuttosto che i problemi di salute ed i suoi piccoli ed ecessivi impulsi di iperattività e nevrosi. Una Pàmela Travers scontrosa e cinica, disillusa dell’umanità, ma che ha in serbo una grande passione che aspetta solo maniere gentili e pressanti per venire allo scoperto. L’interpretazione di Tom Hanks (Oscar al miglior attore nel 1994 con Philadelphia e nel 1995 con Forrest Gump) non stupisce più di tanto: stiamo parlando di un grande attore, ed il suo ruolo nella vicenda è quello di essere il mecenate della storia di Mary Poppins ed un uomo disposto ad esaudire ogni richiesta della signora Travers e di conoscerla fino in fondo, anche a costo di svelare buona parte della sua vita passata. Ottima prova come sempre, ma diciamo pure che ci ha abituati a qualcosa di meglio.
A stupire è invece il modo in cui Emma Thompson ha dato vita al personaggio di Pàmela. Incantevole nella sua insopportabilità, eccezionale nei dialoghi con le risposte pronte e l’atteggiamento che assume in ogni situazione. Riesce a trasmettere un senso di eleganza e raffinatezza in ogni cosa che fa o che dice, al tempo stesso facendo percepire allo spettatore che quel tipo di savoir faire non nasce dal nulla, ma è frutto di un vecchio, lungo e logorante ricordo che non lascia la presa della sua mente. L’evoluzione della Travers percorre l’intera durata del film, in un processo catartico che la vede fare i conti col suo passato, al punto da capire sotto ogni punto di vista l’importanza della storia che ha creato tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40. La signora Thompson, già vincitrice del premio Oscar come miglior attrice protagonista nel film “Casa Howard” nel 1993, ha tutte le carte per vincere un’altra statuetta con questo film.

 

Julie Andrews nei panni di Mary Poppins, durante la scena animata dei pinguini.
Julie Andrews nei panni di Mary Poppins, durante la scena animata dei pinguini.

 

L’intreccio narrativo non procede velocemente: la volontà del regista è di fondere la trama di Mary Poppins (molti sono infatti i richiami al film del 1964, seppure in un contesto metaforico) con la vera storia di come questa tata dai poteri magici ha preso vita. Lo scopo è quella di prendere la maschera di un personaggio candido e felice e di bruciarla tra le fiamme della verità, mostrando il volto cupo e tetro di una realtà che era tutt’altro che rose e fiori. I colori e le tecniche d’utilizzo del flashback durante la narrazione centrale, al punto di attivare la mente dello spettatore nel collegare passo dopo passo i due racconti visivi, sono la carta vincente di un film che sa emozionare anche chi (come nel mio caso) non ha mai visto Mary Poppins o non conosceva affatto i retroscena biografici di questa pellicola.
Il regista J.L. Hancock, già autore di film come Alamo – gli ultimi eroi The Blind Side, conferma ancora la sua indole sentimentale nella trattazione del cinema. L’esperienza nel settore emozionale, legato soprattutto alle vicissitudini morali e passionali dei suoi personaggi, può fare di questo film il suo capolavoro: acclamato dalla critica europea e non, piace per la visione infantile e forte della piccola Travers con cui vengono trattati problemi seri e piace soprattutto per mostrare un’azienda Disney un po’ “eccessiva” nelle smancerie a stretto contatto con il duro realismo dell’adulta e matura scrittrice. Il connubio è perfetto, la trama non annoia lo spettatore e le due ore passate al cinema lasciano alla memoria una bella storia da associare al ricordo dell’infanzia di molte persone che videro Mary Poppins con gli stessi occhi innocenti della piccola Gyntie, la futura signora Travers.
Piccolo consiglio agli amanti del cinema biografico: è un film che va sicuramente visto, imperdibile da questo punto di vista. Se siete degli appassionati di questo genere, non lasciate la sala durante i titoli di coda.

 

Una scena del film.
Una scena del film.

 

Pubblicato da Lorenzo Rotella

Laureato in Filosofia, giornalista de La Stampa.