Quando cambiano i canoni estetici?

Quando all’interno di una società certi uomini e certe donne vengono classificati come “belli”, si analizzano i fattori che hanno in comune e si stabilisce di conseguenza un canone di bellezza. I fattori primari che entrano in scena in queste decisioni sono l’economia, l’epoca storica e la situazione sociale. Ciò che principalmente si basa sulla fisicità o sull’attenzione dei sensi tende a modificarsi in media ogni secolo. Specialmente nel nostro, in quanto il canone viaggia di pari passo con l’evoluzione tecnologica e scientifica dell’uomo.

La Venere di Milo è da sempre considerata un paradigma di bellezza antica.
La Venere di Milo è da sempre considerata un paradigma di bellezza antica.


Partendo dall’antichità, abbiamo molte rappresentazioni della Venere primitiva: si tratta in genere di statuette in cui il volto della donna è appena abbozzato, mentre le forme tipiche della femminilità, il seno e soprattutto i fianchi ed il ventre, sono esageratamente evidenziati, e quindi rigonfi, per valorizzare essenzialmente la funzione materna della donna. L’uomo che ancora si sentiva profondamente legato alla natura trovava bella una donna fertile, che potesse geneticamente continuare la specie; viceversa, era la possanza fisica dell’uomo e le sue abilità a contare per la donna, in quanto ciò avrebbe permesso la sopravvivenza sua e della prole.
Il primo a giungere alla creazione di un canone di bellezza fu lo scultore greco del primo periodo classico Policleto di Argo (V secolo a.C.) che, dopo aver preso le misure di diverse parti del corpo ad un certo numero di uomini, arrivò a definire delle misure medie, imponendole come ideali. Policleto scolpisce dunque un corpo ideale, ma possibile, le cui proporzioni sarebbero desunte dalla natura. Dopo questi studi Policleto scrive un trattato, chiamato appunto “Il Canone”, dal greco kanon cioè “regola” in cui descrive le perfette proporzioni del corpo umano), oggi perduto. Le curve femminili invece vengono leggermente smussate, ma le proporzioni di una donna abbastanza in carne erano considerate bellezza, in quanto avvertivano i sensi e l’istinto di una figura sana e ben nutrita, che probabilmente non si trovava in condizioni misere come gli schiavi o i contadini. Le prostitute romane ne erano di fatto un esempio.
Col giungere dell’età medievale il mondo si abbandona per un lungo e millenario attimo alla contemplazione e alla pace dei sensi e del corpo. In quest’epoca la bellezza fisica venne considerata dominio del maligno, pertanto era rappresentata solo come attributo della Madonna e dei santi. In particolare la bellezza maschile non era attributo valorizzato come nel periodo classico. Il corpo viene nascosto da strati di abiti, ampiamente panneggiati quasi a celarne la vera forma. Sono rappresentati nudi solo i progenitori o il Cristo in croce i cui corpi esprimono la sofferenza legata al peccato.

Bellezze femminili tipiche nel XV e XXI secolo.
Bellezze femminili tipiche nel XV e XXI secolo.

Ciò che avvenne nel Rinascimento fu la riscoperta del corpo come oggetto di studio e anche di bellezza. Il superamento del concetto di peccato dettato dal mostrare il corpo viene superato ed inglobato dai pittori e gli scultori che si dedicavano nuovamente alle movenze e alle forme degli esseri umani. La donna torna a vestire panni leggeri o ad essere nuda e florida, con proporzioni abbondanti da mostrare; l’uomo invece mostra un fisico tonico e ben allenato, ma non eccessivamente dedito al culto dei palestrati di oggi. Il motivo è molto semplice: iniziano a svilupparsi le botteghe, le città, le nuove tecnologie. La guerra ed i profitti di bottini militari non bastano al sostentamento di ogni singolo individuo, poiché la demografia è maggiore rispetto al passato; inoltre i lavori tendono a differenziarsi notevolmente e i muscoli si sviluppano in base alla mansione svolta. Idealmente, un corpo glabro e tonico era indice di vigore e bellezza; al contrario, una donna che non aveva necessità di lavorare nei campi o altrove era considerata bella poiché psicologicamente distoglieva i sensi dell’uomo dal proprio lavoro.
Con l’arrivo del ‘900, terminata anche la pudicizia morale (mai del tutto rispettata dal popolo) dell’800, la “repressione dei sensi” in cerca della vera bellezza si tramuta in un’esplosione superficiale che sfocia nella ricerca di praticità, possesso e agilità nei movimenti. Il mondo viaggia ad una velocità strepitosa, avviene in media un cambiamento tecnologico, politico e sociale ogni dieci anni ed i canoni estetici si comportano dettati dall’Umanità si comportano di conseguenza.

Rodolfo Valentino.
Rodolfo Valentino.

Negli anni trenta si affermai un modello di bellezza femminile più atletico, caratterizzato dalla vita stretta e dai capelli corti che sottolineano l’esile collo. Nel secondo dopoguerra, dopo che miseria, distruzione e morte avevano dilagato, ritorna un ideale di donna barocca estremamente femminile con forme procaci evidenziate da generose scollature che prende il nome di pin-up. negli anni successivi, si affianca il modello Twiggy, indossatrice della fine degli anni sessanta famosa per la sua magrezza e il volto da bambina. In soldoni: la donna è considerata bella se attrae sessualmente l’uomo, al punto da poterla immaginare in ogni posizione che sia direttamente proporzionale al soddisfacimento del suo membro. Prenderle per i fianchi, toccare zone prosperose mentre il resto del corpo è resistente; poterla sollevare senza troppa fatica e eccitarsi ancora di più nel vedere anche un volto bello, proporzionato e senza i segni del tempo (ecco svelato il successo del famoso “viso infantile”, che ancora oggi attrae irresistibilmente).

 

Esempio di bellezza femminile odierna.
Esempio di bellezza femminile odierna.

 

L’uomo, d’altro canto, ha il compito facilitato. Certo, anche le donne hanno dei canoni estetici che si evolvono col tempo, per i motivi appena elencati. Tuttavia il corpo maschile ha un richiamo originato nella preistoria, che soddisfa i sensi della donna e ne appaga (non sempre) il carattere. L’uomo dal fisico eccelso, senza carne in eccesso che non sia in evidenza sotto forma di muscoli; il viso squadrato e un membro che, per diretto paragonate con la richiesta di un seno prosperoso, non deve deludere le aspettative. Molto semplicemente, l’uomo bello deve avere un fisico che sia in grado di mostrare certe abilità, sessuali e non solo, che possano eccitare l’immaginario femminile e che possa essere definito attraente da tutte.

Esempio di bellezza maschile odierno.
Esempio di bellezza maschile odierno.

Sì è espressamente parlato del fisico, come del fatto che se per l’uomo il canone non si è evoluto più di tanto, per la donna la storia è stata un’oscillazione perpetua tra il troppo ed il poco. Ciò che è cominciato a venire fuori, specialmente nel secondo dopoguerra, è la preferenza individuale e i “miti” di bellezza. Di questo non si può parlare, perché per ogni gruppo di donne che amano follemente un uomo glabro e culturista possiamo trovare altrettante donne che preferiscono meno fisico e più peluria (si parla specialmente del viso). Per ogni uomo che preferisce le rosse ve ne sono almeno altri due che preferiscono le more o le bionde. Lo stesso vale per il colore degli occhi, per l’altezza, per la bocca, per il naso, per i piedi, per le mani e per ogni dettaglio che negli anni è considerabile come parte del corpo sensuale o dedita al richiamo del bello.
Ciò che invece sappiamo per certo è che oggi il canone di bellezza prevede la cura del corpo. Uomini, più muscoli è bello. Donne, più magre è bello e più rotondità nel petto e nel fondoschiena anche. Contrariamente a quanto si può pensare, non è la moda che decide questi canoni, ma è proprio la società. I grandi marchi quali Cavalli o D&G cavalcano semplicemente l’onda di queste rappresentazioni ideologiche create dalle esigenze delle persone. Un tempo l’abbronzatura era sinonimo di lavoro e dunque di condizioni misere; oggi indica soltanto relax, bella vita e possibili disponibilità economiche maggiori rispetto ad altri/e. Si può dire la stessa cosa per i corpi forgiati nelle palestre. L’abbondanza nei punti giusti.
Il Senso (ossia il richiamo sessuale eccitato dalla visione di bei corpi tramite i sensi) è il mezzo fine a se stesso.

Pubblicato da Lorenzo Rotella

Laureato in Filosofia, giornalista de La Stampa.