L’Italia in rivolta: uno spettro s’aggira per Loreto…

Giungo a Loreto prendendo la metropolitana verde. Sono con due miei amici questa volta. Prima di andare verso il luogo della manifestazione pensiamo sia cosa buona e giusta usufruire del McDonald all’uscita della metro per soddisfare i nostri bisogni fisiologici. Nel bagno dei maschi c’è fila, perciò vado a farla in quello delle donne. Così, per riscaldare il ribelle che è in me.
Dopo aver intuito dove bisognava andare, abbiamo attraversato la strada e ci siamo ritrovati davanti qualche cartello con su scritto “La paura è quella che LORO vogliono farti provare! Oggi senza paura!” e altre frasi simili, uno spiegazzato e calpestato a terra e qualche metro in là una camionetta bianca con una parabola sul tettuccio in trasversale fra il marciapiede e l’entrata della strada di Piazzale Loreto. Un paio di carabinieri lì in zona che passeggiavano attorno, ma nulla di più. L’unica cosa che avevo capito è che c’era odore di multe nell’aria, ma nulla di più.
Perplessi sul da farsi, un mio amico attiva subito il proprio cellulare perché sa come chiamare chi ci può dire qualcosa. Si tratta di Jacopo, uno dei coordinatori del movimento in Piazzale Loreto. Compongo il numero e attendo qualche squillo prima che una voce spenta e molto strascicata mi risponda. Chiedo se è Jacopo e risponde in modo affermativo. Ogni parola che pronuncia ha una tonalità diversa: mi dice che non ha molta voce perché ha continuato a urlare tutto il giorno.
Quando gli dico che siamo in tre a Loreto, non vediamo nessuno e chiediamo notizie di altri manifestanti, ci dice cosa è successo. Metto il vivavoce, così anche gli altri possono ascoltare.
” Il motivo per cui non c’è nessuno è che abbiamo smantellato tutto mezz’ora prima del ritrovo alle venti, perché si sono create delle divisioni all’interno del gruppo. Il motivo, il motivo per cui è successo…”
Da qui in poi il racconto andrà alla stessa velocità di un’altalena, perché l’interlocutore voleva enfatizzare alcune cose successe.
“Perché alcuni individui di estrema destra si sono presentati con atteggiamenti inneggianti, cioè, che inneggiavano alla violenza. Si erano portati dietro le bandiere, gli stemmi, tutto della Repubblica di Salò! Hanno iniziato a insultare i poliziotti che sì, erano in antisommossa, ma distanti da noi, non c’era mai stata un’intenzione di caricare o altro, mentre loro urlavano quasi come se volessero farla succedere… per evitare che i notiziari, i telegiornali, come al solito trovassero un movente per censurare una manifestazione pacifica e per rovinare tutto, abbiamo preferito scioglierci nel giro di dieci minuti, perché nonostante avessimo intimato quegli individui di andarsene, per tutta risposta stavano fermi, imbardati e pronti a spaccare qualcosa nel giro di pochi minuti. Quindi capisci, siamo andati via, ci manca solo che passiamo dalla parte del torto per colpa di quattro figli di puttana di destra estrema…”
Poi commenta l’accaduto.
“Guarda Lorenzo, viviamo sotto un regime, una dittatura mediatica e un vero e proprio regime che paga manifestanti per insinuare divisioni all’interno del nostro gruppo che non vuole fare protesta violenta e che non c’entra con qualche motivo politico, come a quanto pare sembra che vogliano fare intendere i notiziari di tutta Italia! Pagati solo per inviare false informazioni fra giornali, tv, internet… I nostri siti, alcuni nostri siti su facebook sono pstati ritoccati e alcune notizie persino levate, cancellate! E’ un regime, Lorenzo.”
Non aggiungo ulteriori parole, ma gli chiedo solo cosa avrebbero fatto nella giornata del 13.
” In ogni caso il presidio rimane comunque a Loreto, dalle 10 alle 12 per poi riprendere il pomeriggio fino a sera inoltrata. Noi continuiamo la protesta finché c’è la voglia di non arrendersi a questa dittatura mediatica, informatica e di resistere a queste infiltrazioni tese a dividerci!”

Il mio personale giudizio su questa conversazione è dare ragione al ragazzo per moltissimi aspetti, tranne che uno. Forse troppo preso dalla foga del momento, comprensibile. Ma non ritengo questo fatto una prova che in Italia esista un regime capace di cose simili. Ritengo che invece quelli di Estrema Destra, Forza Nuova e movimenti simili ci siano, ed essendo gruppi relativamente “giovani”, atti a mostrarsi in ogni situazione che abbia qualche riscontro mediatico, ciecamente e senza apparenti ragioni, o ragioni condivisibili col contesto, non perdono tempo a mettere la loro faccia un po’ dappertutto. Godono nell’ostentare i loro atteggiamenti ovunque, è dal G8 di Genova, dalle manifestazioni di qualche ottobre fa che godono nel mostrare di cosa sono capaci.
Se una cosa posso invece dire sull’operato dei manifestanti pacifisti è che hanno fatto bene a sciogliere momentaneamente il gruppo e ad andarsene. C’è già mezza Italia che grida al Fascismo e al Nazismo per colpa di azioni come queste, di chi vuole bruciare i libri, di chi mostra il tatuaggio di Mussolini, del coordinatore in Jaguar, degli abbracci coi poliziotti, di Zunino che ritiene “solo” che sia strano e curioso che i primi 5/6 uomini più ricchi del mondo siano ebrei, e che (metaforicamente, voglio sperare) ritiene l’Italia nelle mani di “banchieri ebrei”. L’altra metà che è in rivolta o che dice che chi protesta fa bene a farlo. C’è la minoranza che si astiene, in attesa di qualche riscontro, per capire soltanto cosa pensare..
In ogni caso, pro-contro-attendisti, bisogna almeno sforzarsi per informarsi e capire cosa succede nelle nostre strade e nelle nostre piazze, perché come diceva un grande uomo di Sinistra che stimo davvero tanto, “Io odio gli Indifferenti”.

Pubblicato da Lorenzo Rotella

Laureato in Filosofia, giornalista de La Stampa.